Anche quest'anno quattro fantastici giorni in..."paradiso" !! Questa volta abbiamo perlustrato e goduto nelle valli Fassa e Fiemme soggiornando in un residence al p.sso San Pellegrino nei giorni 4,5,6,7, Agosto.
Il primo giorno si è girato al cospetto delle pale si San Martino, il secondo giorno sul M. Agnello nell'alpe di Pampeago, il terzo intorno al Catinaccio con partenza da Pera di Fassa passando per i Rif. Gardeccia ( 1949 m ), Vajolet ( 2243 m), Principe ( 2600 m ), Antermoia ( 2500 m ) passando dal p.sso a 2770 m. Per l'ultimo giorno ci siamo avvicinati a Cavalese e abbiamo pedalato in torno al Corno Nero con passaggi al p.sso Cugola e Oclini e poi, come sempre, super discesa a Daiano, punto di partenza e arrivo e....fine di questi fantastici giorni !
Gruppone stipato in un appartamento al passo di San Pellegrino nel cuore delle Dolomiti, nel cuore di quella montagna che viene bene in cartolina.
Sullo sfondo, alla sera, “Lady Marmalade”
incipriata di rosa come una bellissima donna che non si concede a facili confidenze, seduta sola al tavolo, senza sorridere, illuminando nel contempo tutta la stanza.
Questa è la gita dell'incontro tra generazioni; gli uomini di esperienza danno “il cinque” ai nuovi in una sorta di allargamento massivo... Possiamo definire la mtb sport massivo?
Noi, è certo, abbiamo in testa quello e poco altro.
Traccie e percorsi pronti da tempo con abbondanza e dovizia di particolari, selezionati con cura, perché nulla è lasciato al caso.
Pronti via, la sera a cena è tutto un incornarsi, tra chi commenta, chi spara la cazzata più grossa, chi si abbandona a disquisizioni mal condivise sul civico senso dell'onore... poi ricordi e storie su improbabili trascorsi.
Noi, è certo, abbiamo in testa quello e poco altro.
Traccie e percorsi pronti da tempo con abbondanza e dovizia di particolari, selezionati con cura, perché nulla è lasciato al caso.
Pronti via, la sera a cena è tutto un incornarsi, tra chi commenta, chi spara la cazzata più grossa, chi si abbandona a disquisizioni mal condivise sul civico senso dell'onore... poi ricordi e storie su improbabili trascorsi.
Al mattino la musica cambia: suona solenne la marcia della fatica su irti pendii e le generazioni prima tirano a vicenda, poi si scontrano, chi stringe chiappe e denti e la pedala tutta fino in cima, e chi non molla, ma smonta dalla bici e se la cammina a passo svelto.
La voluminosa auto della polizia, incrociata sul viottolo massacrato dalla pioggia e dal gelo, prima del rifugio, ci schiaccia tutti contro l'argine e dall'abitacolo piovono i commenti quasi stupiti... "sono enduro, sono allmountain, carbonio oppure allumino": solo tecnicismi per dire che la montagna è dura e non fa distinzioni di sorta.
Non posso dimenticare uno di noi, che guarda trasognante volto al "Cantinaccio": da dietro gli occhiali scuri si lascia sfuggire un pensiero, - solo leggero, veloce, momentaneo - per l'amico che non c'è più.
Il lampo di un pensiero, ma anche dentro di me si affollano le immagini della sua branda che sta lì riservata per lui e lui manca … cazzo se ci manca.
Nessuno ne fa parola, ma sto giro lo abbiamo ragionato mille volte assieme, e l'assenza non si colma, ma le generazioni non ne parlano, la ferita è aperta e duole, e dietro quegli occhiali scuri si perde il senso della bellezza del momento nel ricordo di chi non c'è più, si perde il senso del salire, dell'andare avanti. Poi il pensiero si esaurisce nello stesso tempo in cui è nato, lo sguardo si risveglia e vede me, che sono lì vicino, la vita nelle pupille riprende, come riprende il senso del viaggio.
La marcia continua, una risata strappata alla ragazza del rifugio, bici in spalla e su verso il passo. Vecchi e nuovi, chi ha già vissuto la morte e chi l'ha respirata attraverso i polmoni di un altro.
Il lampo di un pensiero, ma anche dentro di me si affollano le immagini della sua branda che sta lì riservata per lui e lui manca … cazzo se ci manca.
Nessuno ne fa parola, ma sto giro lo abbiamo ragionato mille volte assieme, e l'assenza non si colma, ma le generazioni non ne parlano, la ferita è aperta e duole, e dietro quegli occhiali scuri si perde il senso della bellezza del momento nel ricordo di chi non c'è più, si perde il senso del salire, dell'andare avanti. Poi il pensiero si esaurisce nello stesso tempo in cui è nato, lo sguardo si risveglia e vede me, che sono lì vicino, la vita nelle pupille riprende, come riprende il senso del viaggio.
La marcia continua, una risata strappata alla ragazza del rifugio, bici in spalla e su verso il passo. Vecchi e nuovi, chi ha già vissuto la morte e chi l'ha respirata attraverso i polmoni di un altro.
Gruppo vario, eterogeneo, ingarbugliato, diverso nei modi, si dibatte con animosità perfino sulla lettura del G.P.S., si va a destra no sinistra, poi si pedala, e pure tanto.
Questo è il confronto tra chi incassa con mestiere e chi schiva per culo gli inevitabili colpi della vita, tutti barcamenandoci tra ferite aperte, ginocchia rotte e attese mai soddisfatte.
Così d'incanto il placebo a tutti i mali appare all'improvviso: eccolo un tramonto infuocato, la bellezza di un abbraccio, l'arrivo alla cima, la vista di un panorama maestoso da un passo alpino, il tuffo nelle fredde acque di un lago gelato.
Perfetto!!! Come sempre tutti d'accordo su nulla, tranne che sulla bellezza che ci unisce.
Così d'incanto il placebo a tutti i mali appare all'improvviso: eccolo un tramonto infuocato, la bellezza di un abbraccio, l'arrivo alla cima, la vista di un panorama maestoso da un passo alpino, il tuffo nelle fredde acque di un lago gelato.
Perfetto!!! Come sempre tutti d'accordo su nulla, tranne che sulla bellezza che ci unisce.
Tutti in auto, le uscite sono finite, si torna a casa. In un silenzio nostalgico, quasi commosso, stanchi, sfatti e la testa già proiettata all'indomani; si imbocca la A21, cornice di tante uscite.
Ancora una volta la frase magica “se avessi qua un vecchio cd degli 883 scatterebbe il karaoke!!!” .
Ecco quel gran genio del mio amico che collega lo smartphone all'amplifono dell'auto: parte spotify con play list di dediche e richieste, partono i primi con “La miniera” dei New Trolls, seguono “Gli anni” 883, Guns&Roses, Metallica, Led Zeppelin, Deep Purple... in una rigorosa alternanza che come unico filo conduttore ha la bellezza e lo stile di un sogno che non finisce mai.
Ancora una volta la frase magica “se avessi qua un vecchio cd degli 883 scatterebbe il karaoke!!!” .
Ecco quel gran genio del mio amico che collega lo smartphone all'amplifono dell'auto: parte spotify con play list di dediche e richieste, partono i primi con “La miniera” dei New Trolls, seguono “Gli anni” 883, Guns&Roses, Metallica, Led Zeppelin, Deep Purple... in una rigorosa alternanza che come unico filo conduttore ha la bellezza e lo stile di un sogno che non finisce mai.
Luca "imperadur"
Nessun commento:
Posta un commento